Weekly Playlist N.49 (2021)

 

Quarantanovesima puntata, e dunque penultimo giovedì dell’anno che passiamo assieme a deteriorare le nostre capacità uditive sotto l’effetto di dieci tracce selezionate ognuna per i suoi specifici motivi, ma col preciso scopo di non sprecare il vostro prezioso tempo e darvi soltanto ciò che merita attenzione.
L’atmosfera rilassata da focolare di metà dicembre si è imposta pure nella redazione più oscura del circondario, nella quale abbiamo passato qualche pomeriggio a rinverdire i nostri marchi di fiducia scegliendo cinque recuperi extra-luxury così da farvi trascorrere una dignitosa vigilia del nuovo album dei Funeral Mist, in uscita domani nel caso vi siate persi questa notizia alquanto rilevante nel nostro circolo interno. Nell’attesa dunque dell’ultimo sicuro lampo d’eccellenza balenato in questo 2021 verrebbe quasi voglia di partire con un’altra personcina a modo nonché figura chiave del Nuovo Millennio chiamata Hoest, il cui ringhio apre le danze al ritmo del sesto capitolo dello storico esordio dei suoi Taake, Nattestid Ser Porten Vid”, imperante nel moderno circuito norvegese da quasi venticinque inverni. Sono invece poco più di dieci quelli che vedono come colonna sonora irrinunciabile Marrow Of The Spirit”, penultima e assai scandalosamente poco riconosciuta opera maggiore degli statunitensi Agalloch; è sufficiente una “Into The Painted Grey” qualsiasi per far scendere su di voi tutto il freddo dell’Oregon e dell’anima, trasmesso con fraseggi disinvolti ed una costruzione sopraffina che grida vendetta per lo scarso riconoscimento tributato al disco persino dai fan sfegatati dell’ensemble d’Oltreoceano. Suoni ed atmosfere seriamente speculari poi, eppure la medesima grazia esecutiva avvolgono il meraviglioso terzo movimento di Vltra”, traguardo definitivo nel percorso evolutivo dell’orgoglio nazionale Spite Extreme Wing raggiunto alfine nel 2008 e concretizzatosi in uno dei prodotti maggiormente sentiti ed ispirati del metallo nero di casa nostra, dove cose tipo le fasi finali del pezzo in questione non capitano davvero ogni giorno della settimana. Torniamo subito a cavallo di partiture concitate e chitarre urlanti per una colata di acciaio tedesco tutto da gustare come ci ordinavano otto anni prima i Moonblood del sophomore record, scatenati sulle note di “Then Came The Silence” poco prima che il ciclone raggiunga la sua piena potenza: divisivo, dibattuto ma incancellabile dagli annali anche solo per ciò che ha significato a posteriori, il dittico Nordland” annovera in realtà alcuni momenti d’antologia persino per la già mitologica carriera dei pionieri Bathory, ed uno di questi è senza dubbio la poderosa conclusione di “Death And Resurrection Of A Northern Son”.
Morte e resurrezione; concetti che da sempre il fallace animale umano tenta di definire tramite religione, filosofia, scienza ed infine arte, travalicando così i confini fisici per entrare in una dimensione estranea che, nell’ultima settimana, ha avuto per noi le fattezze di Zău”, il full-length che come nessun altro ha consegnato giocoforza all’eternità il nome dei transilvani Negură Bunget. Da martedì è presente in pagina la dovuta disamina dedicata ad un’opera che tuttavia, basti sentire anche solo una volta la suggestiva “Obrăzar”, farà capolino da queste parti ancora per molto tempo insieme ai degni compari spuntati fuori durante un novembre che sapevamo avrebbe dato tanto e che, puntualmente, non ha affatto deluso.
E se il mese attuale si rivelerà almeno in minima parte un valido successore allora i meriti non saranno del solo Arioch menzionato in apertura, ma di tutta una serie di personaggi poco raccomandabili almeno quanto la visionaria ugola svedese: del resto sempre da quelle parti arrivano i Reveal!, creatura dall’identità multiforme di cui è disponibile da qualche giorno il nuovo platter Doppelherz”, assolutamente da provare per intero se la qui presente “Cokkkfights” ha attirato la vostra curiosità. Nel caso invece siate alla ricerca di proposte dalla natura più contemplativa, magari articolate in brani corposi e carichi di feeling, allora dicembre sarà il vostro paese dei balocchi grazie a gente tipo Waldorf e Joe Hawker, entrambi già fuori con gli ultimi lavori di Aquilus ed Ethereal Shroud. Il ritorno del ramingo australiano sulle note di Bellum I” sta ovviamente passando un poco in sordina, quindi meglio darci dentro con “Eternal Unrest” prima di spostarci invece in Inghilterra per il canto del cigno del secondo dopo otto anni di onorato servizio, titolato Trisagion” nonché suggellato nella sua versione su formato fisico dalla “Lanterns” la quale, tra i lacrimoni che ogni tanto fa bene lasciar sgorgare, ci dà appuntamento tra una settimana per un gran finale di stagione.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Taake“Nattestid Ser Porten Vid VI” (from Nattestid Ser Porten Vid”, Wounded Love Records 1999)

2. Negură Bunget“Obrăzar” (from Zău”, Lupus Lounge Records 2021)

3. Agalloch“Into The Painted Grey” (from Marrow Of The Spirit”, Profound Lore Records 2010)

4. Reveal!“Cokkkfights” (from Doppelherz”, Sepulchral Voice Records 2021)

5. Allegiance“De Nordiska Lagren” (from Hymn Till Hangagud”, No Fashion Records 1996)

6. Spite Extreme Wing“III” (from Vltra”, Avantgarde Music 2008)

7. Moonblood“Then Came The Silence” (from Taste Our German Steel!”, End All Life Productions 2000)

8. Aquilus“Eternal Unrest” (from Bellum I”, Blood Music 2021)

9. Bathory“Death And Resurrection Of A Northern Son” (from Nordland II”, Black Mark Productions 2003)

10. Ethereal Shroud“Lanterns” (from Trisagion”, Northern Silence Productions 2021)

Michele “Ordog” Finelli

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